Cheratocono

Dal 2007 in Italia, è disponibile il trattamento di CROSS-LINKING del collagene corneale con vitamina B2 (Riboflavina)

  • Il cheratocono è una malattia genetica che provoca una deformazione corneale con conseguente astigmatismo irregolare non sempre corregibile con occhiali o lenti a contatto.

Il cheratocono è una malattia genetica che provoca una deformazione conica non infiammatoria, con assottigliamento della porzione centrale o periferica della cornea. In genere è bilaterale anche se di diversa entità nei due occhi. La causa è apparentemente sconosciuta e si osserva più frequentemente nel sesso maschile; compare nel periodo dell’adolescenza, per progredire in varia entità fino a stabilizzarsi nell’età adulta.

Ogni qualvolta ci si trovi di fronte ad un astigmatismo che varia continuamente nel tempo è obbligatorio pensare alla possibilità di un cheratocono. La diagnosi viene effettuata soprattutto con la cheratometria, la topografia, la tomografia, l’aberrometria, la pachimetria, la microscopia confocale e lo studio biomeccanico della cornea. Esistono vari stadi di cheratocono (I, II, III, IV).

 

Terapia del Cheratocono

La correzione del charatocono, finché possibile, viene effettuata con occhiali o con lenti a contatto in genere “customizzate” o di tipo semi-rigide /gas-permeabili.

L’importanza della diagnosi precoce nel cheratocono è fondamentale.

Fino a qualche anno fa non esisteva alcuna terapia se non quella del trapianto di cornea nei casi evoluti (stadio IV). Dal 2007 in Italia, è disponibile il trattamento di Cross-Linking del collagene corneale con vitamina B2 (Riboflavina).

Essa è l’unica tecnica oggi in grado di “rinforzare” la cornea, arrestando così l’evoluzione di questa patologia, altrimenti destinata al graduale peggioramento. Questa tecnica, sperimentata già dal 1996 in Svizzera e in Germania, prevede un trattamento a bassissimo dosaggio di radiazioni ultraviolette, effettuabile con o senza disepitelizzazione corneale mediante iontoforesi (a seconda dei casi) ed applicazione di un preparato in gocce oculari di vit. B2, per la durata di pochi minuti. In questa maniera la cornea subisce un processo di irrigidimento con conseguente “rinforzo” che in alcuni casi può portare anche ad un lieve ma lento miglioramento visivo e/o di comfort nell’uso delle lenti a contatto. L’obiettivo primario del cross-linking corneale rimane comunque quello di ridurre le possibilità di ulteriore sfiancamento (evoluzione del cheratocono).

Non tutti i cheratoconi sono idonei al Cross-linking (in genere solo stadio I, II e qualche stadio III iniziale), vanno eseguiti pertanto alcuni esami preliminari da effettuarsi in visita, per poter dare le indicazioni all’eventuale trattamento.

Per i cheratoconi allo stadio intermedio-avanzato (II e III), nei pazienti che non possono sopportare gli occhiali per la forte differenza tra un occhio e l’altro, o che non tollerano le lenti a contatto vi è la possibilità rifrattiva di impianto di anelli intrastromali (Intacs-SK) effettuabile oggi con il laser a femtosecondi. Essi hanno lo scopo di dare una visione simile a quella che si ottiene con le lenti a contatto, potendo non solo ridurre il cheratocono, ma anche l’eventuale miopia associata.

In ultima analisi (stadio IV) si deve ricorrere al trapianto di cornea. Quest’ultimo è oggi eseguibile non solo in maniera “perforante”, sostituzione cioè della cornea in toto, ma anche con la modalità “lamellare”, sostituzione solo della porzione più anteriore della cornea, che presenta numerosi vantaggi, tra i quali soprattutto il minor rischio di rigetto.

Grazie all’avvento del Cross-Linking, il numero dei pazienti affetti da cheratocono che sono dovuti ricorrere al trapianto in questi ultimi anni si è notevolmente ridotto.

In rarissimi casi, è possibile associare il trattamento di cross-linking ad alcuni spot di laser ad eccimeri con il fine di regolarizzare maggiormente la curvatura corneale (“Protocollo di Atene” o “di Creta”). L’obiettivo in questo caso, non sarà solo bloccare l’evoluzione della patologia, ma anche dare un miglior confort visivo al paziente, riducendo le aberrazioni visive da essa indotte (senza però mai poter eliminare del tutto l’uso di occhiali o di lenti a contatto).

A seconda dell’età, del tipo di cheratocono, dell’evoluzione o della stabilità dello stesso, il dr. Gualdi saprà meglio consigliarvi il tipo di ausilio ottico e/o contattologico o trattamento parachirurgico o chirurgico piu’ adatto al vostro caso.