Salute, vista (e vita) nuova con aberrometri e lenti dinamiche con il Dott. Luca Gualdi il punto sulla chirurgia refrattiva
Il video dell’intervista integrale è disponibile sulle seguenti testate giornalistiche:
Con le riaperture ormai in vista, in estate si potrà tornare a fare sport con gli amici o godersi una vacanza al mare senza eccessive restrizioni. Ma per chi ha problemi di vista alcune attività risultano spesso fastidiose. Gli occhiali limitano i movimenti e riducono il campo visivo, così come le lenti a contatto, che peraltro comportano anche qualche rischio di infezione. Insomma, non è un caso se in primavera aumentano le richieste per sottoporsi a un intervento che corregga definitivamente i difetti della vista. Con Luca Gualdi, chirurgo oculista, abbiamo parlato dello stato dell’arte della chirurgia refrattiva.
“Oggi è possibile effettuare qualsiasi chirurgia refrattiva per ridurre il vizio di vista e quindi parliamo di miopia, ipermetropia, astigmatismo e in alcuni casi presbiopia. Tutto attraverso il Femtolaser e quindi viene molto meno la chirurgia manuale che può risultare alcuni casi meno precisa e meno riproducibile rispetto alla chirurgia con il Femtolaser. Grazie all’utilizzo di questa tecnologia si può avere un recupero visivo molto più rapido sia in caso di chirurgia corneale che in caso di chirurgia su cristallino, quindi parliamo di chirurgia della cataratta, cioè di sostituzione del cristallino”.
Generalmente entro un paio di giorni i pazienti possono tornare alle proprie abitudini ma se comune è la richiesta di togliere gli occhiali, sarebbe sbagliato pensare a un intervento uguale per tutti.
“In base al quadro specifico e al caso clinico noi consigliamo la tecnica migliore che si addice maggiormente al paziente perché non esiste una tecnica uguale per tutti ma ogni occhio, ogni paziente, a seconda dello stile di vita, ha la tecnica che si addice maggiormente al suo caso”.
Ma è possibile avere una cura personalizzata, anche per chi ha alterazioni particolari?
“Assolutamente sì, anzi direi che oggigiorno il trattamento va proprio personalizzato, ‘tailored’, su misura. Infatti al paziente, per quanto riguarda il laser a eccimeri, quindi nei pazienti che effettuano una tecnologia laser a eccimeri più laser a femtosecondi per ridurre il vizio di vista sulla cornea, vengono acquisite delle immagini dopo che il paziente ha rimosso le lenti a contatto da almeno 15 giorni per evitare il cosiddetto “warpage”, che possa influenzare l’impronta digitale, che come è come se fosse un’impronta digitale (dell’occhio Ndr) e quindi l’aberrometro, che è uno strumento apposito, vede il fronte d’onda (come arriva l’immagine all’interno dell’occhio), e il laser è in grado di riprodurre esattamente questo fronte d’onda. Quindi se due persone hanno tre diottrie di miopia, una diversa dall’altra, tutte e due avranno un fronte d’onda diverso e quindi il laser creerà qualche spot in più da una parte rispetto all’altra per ridurre il più possibile le aberrazioni e far vedere il paziente addirittura non 10/decimi ma anche di più. Sono laser progettati per far vedere addirittura oltre i 10/decimi, fino a 15/decimi senza problemi.
“Per quanto riguarda la cataratta invece, c’è la possibilità di personalizzare la lente che viene impiantata all’interno dell’occhio al posto di quella opaca, che è il cristallino opaco che è detto cataratta, quindi con l’impianto, alla fine dell’intervento, che viene eseguito con il Femtolaser, verrà applicata una lente intraoculare che può essere torica se il paziente è astigmatico, miopica se il paziente è miope o ipermetropica se il paziente è ipermetrope. Ovviamente se il paziente vuole correggere anche la presbiopia si può: a seconda delle distanze a cui è abituato a vedere, a seconda delle esigenze, dell’attività lavorativa e visiva, si può impiantare una lente dinamica, le cosiddette Edof, che correggono un pochino a tutte le distanze senza bisogno di un occhiale”.
Nei casi più gravi un occhiale potrebbe comunque servire per ottenere una visione al 100% ma si tratta in ogni caso di un enorme passo avanti per la qualità della vita.
“Assolutamente, perché migliora anche la qualità della visione: non solo si corregge il vizio di vista con gli occhiali ma anche le aberrazioni, quindi si progetta proprio la vista da aquila, la vista da lince, che è una vista che non si può correggere con gli occhiali perché gli occhiali correggono esattamente, come dicevo, il “-3″, ma non riescono a correggere le aberrazioni ovvero le piccole ondulazioni della cornea che sono diverse da persona a persona proprio come un’impronta digitale”.